
Per Pagnini, tecnico della Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard e atleta pluricampione del mondo nell’occasione solo in veste di giudice, è stata una giornata ricca di significati ma velata di malinconia.
“Andrea è stato un mio allievo ma soprattutto un amico – ricorda commosso Emanuele per tutti
Andrea amava la velocità, il rischio, alzare l’asticella.
Il mio unico problema con lui era quello di doverlo ogni volta riprendere per frenare quel suo modo di essere che un maledetto giorno, girando da solo, ha pagato con la vita”.
Per questa prima volta internazionale in nome di Andrea sono arrivati i migliori atleti del mondo di wakebord paralimpico.
Abbiamo avuto in gara tutti gli atleti saliti sul podio o piazzati nei primi dieci degli ultimi campionati del mondo, ovviamente a parte il sottoscritto solo in veste di organizzatore e giudice, con un livello generale altissimo che stimola i nostri ragazzi italiani a crescere e migliorarsi”.
Una giornata come quella di oggi non è casuale. E’ forse bene sottolineare la tua semina iniziata tempo tra diffidenza e indifferenza.
“E’ proprio così. Ho cominciato a promuovere il wakeboard paralimpico cinque anni fa.
Sui loro volti solo dubbi e paure.
Piano piano, l’esempio pratico, più delle parole e delle immagini, ha innescato il passa parola che ha generato in sempre più persone con disabilità la convinzione di come il wakeboard sia una disciplina emozionante e spettacolare alla portata di tutti”.
“Sacrosanto. Quanto seminato con tanta passione e impegno nei primi anni ha trovato l’innesco ideale nell’incontro con l’Associazione Freerider Sport Events che con la sua struttura organizzativa mi permette di dedicarmi solo all’insegnamento. Prima dovevo occuparmi di ogni singolo aspetto. Dall’attrezzatura alle sedi dove svolgere l’attività fino al ai rapporti con potenziali sponsor e non solo.
Oggi siamo una squadra in cui ognuno può concentrarsi su specifici compiti e competenze, trasporti, logistica, ausili e materiali, con il conseguente benessere nostro e di chi si avvicina a noi per condividere la nostra passione”.
Il podio della prima edizione del Memorial “Andrea Mancini” ha visto al primo posto il francese Guillaume Chapelle, al secondo l’israeliano Henry Chen Legless e al terzo lo svedese Alexander Helander. Con loro in gara Perret Bastien (Francia), Johannes Birkner (Germania), Massimiliano Bondi (Italia), Matteo Sacchi (Italia), Tullio Faiella (Italia), Michela Ciarloni (Italia), Elia Pedercini (Italia), Maurizio Pedercini (Italia), Nicola Boscacci (Svizzera), Arnaud Cerruto (Francia), Albert Cogul Urrea (Spagna), Christian Honikel (Germania), Vincent Salcher (Germania).
