Nel primo gruppo del plotone paralimpico azzurro in viaggio per Rio oltre a Federico Morlacchi, Alessia Berra, Fabrizio Sottile e Arianna Talamona della Polha Varese c’è anche un quarto varesino, d’adozione, componente dello staff medico della squadra di pararowing. Per il dott. Federico Egidi (nella foto), arrivato cinque anni fa nella nostra provincia per aprire uno studio di medico dello sport e collaborare con diverse società di canottaggio varesine e comasche, è una prima volta ricca di significati, con un primo contatto in veste di classificatore nel 2008, alla vigilia delle Paralimpiadi in Cina dove il quattro con azzurro composto dal timoniere Alessandro Franzetti e Graziana Saccocci della Canottieri Gavirate, Luca Agoletto e Paola Protopapa del Circolo Canottieri Aniene e Daniele Signore della Flora Cremona, conquistò poi una storica medaglia d’oro.
“Questa partenza è per me un traguardo – dice Egidi con un piede sulla scaletta dell’aereo – l’arrivo di un viaggio iniziato nel 2008, quando sotto la guida del Prof. Marco Bernardi, a Roma, in occasione delle visite che precedevano i Giochi Paralimpici di Pechino, ho potuto comprendere il valore del binomio che unisce sport e disabilità.
Interessato alle implicazioni a livello fisiologico, ho avuto modo di scoprire dapprima quanto numerose siano le forme di disabilità e poi di quali straordinarie risorse sia dotata la macchina umana. Le persone che ho conosciuto mi hanno consentito di fare alcune considerazioni, che mi hanno arricchito dal punto di vista professionale ed umano.
Ho capito che fare sport significa fare il massimo con ciò di cui si dispone.
Sfruttare le proprie risorse al 100%, puntando in alto. Un insegnamento per il quale sono riconoscente a questi atleti, che mi accompagna e che cercherò di trasmettere a mia volta”.