Insieme per imparare e crescere, in una settimana che dovrebbe essere come ogni altra delle 52 che compongono gli anni di una vita, disegnata con i colori giusti da tecnici, operatori e volontari, capaci di adeguare utilità e sostanza a fasce d’età e specifiche disabilità.
Tutti diversi nelle diverse mansioni. Niente di uguale per storia, esperienza, patologia e condizione.
Non un giorno uguale all’altro. Niente di scontato. Solo sorprese, emozioni e scambio continuo di considerazioni, pensieri e indicazioni chiare sul come essere utile l’uno all’altro. Lezioni che restano ma solo per chi le sa ascoltare.
Come scenario la Gardaland sportiva del Villaggio Italia Efa di Lignano Sabbiadoro, donatore generoso di strutture, impianti e spazi, immersi in una pineta in riva al mare.
Al resto pensano ragazzi come Francesco, 28 anni, arrivato da Roma insieme ad un altro Francesco, portatori sani di un’amicizia nata l’anno scorso in una biblioteca della Capitale.
“Il sorriso di Francesco mi ha sciolto da subito – racconta chi dei due è in veste d’accompagnatore, 27 anni, professione: cameriere – tra un libro e l’altro mi è bastato incrociare il suo sguardo e sentire il suo:
‘te voglio bene’ detto con un filo di voce,
seguito dalla raffica: chi sei? Che fai? Perchè?
Me vuoi bene?”.
Tra bocche, carta e web stracolmi di ipocrisia relativamente alla parola “inclusione” per te Francesco cos’è?
“Per me Francesco è un amico con in se quella parte di me che fatico ad accettare e alla quale non riesco a voler bene. Fragile, inadeguato, non all’altezza degli altri. Francesco in tutto questo mi è di grande aiuto”.
Mi stai dicendo che hai trovato conforto in una persona con disabilità intellettivo relazionale rappresentata in testi, convegni e molto altro come fragile, inadeguata e…
”indietro”.
“E’ proprio così. Semplicemente perchè al tempo stesso Francesco è una forza della natura. Nella sua giornata tipo c’è spazio per lo sport e il teatro.
Nel tempo libero che passo con lui ogni persona che incontriamo deve subire il suo terzo grado.
Chi sei? Cheffai? Perchè?
Il semplice saluto non gli basta.
Ha fame di sapere e conoscere.
Poi però quando le domande le fanno a lui si blocca. Se ne resta muto o se ne va.
In questo senso è una canaglia.
Ma il suo sorriso è unico, indescrivibile,
va vissuto e io gli voglio un gran bene”.
Non bastasse tutto questo, tanta roba, Francesco è magico. Dice di saper sparire coprendosi gli occhi con le mani. Il bello è che a chi gli sta di fronte o intorno viene naturale assecondarlo. “Dov’è finito Francesco?”. Lo chiami una, due, tre volte e allora Francesco toglie le mani dagli occhi sospirando “puff”, liberando il suo sorriso unico che genera naturalmente a chi gli sta di fronte e intorno una reazione di meraviglia e gioia:
“Rieccolo Francesco!”.
I sette giorni del Camp di Lignano rivolto a giovanissimi e meno giovani con disabilità, promosso dal Comitato Italiano Paralimpico in collaborazione con la Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali, hanno donato anche molto altro.
Per i due gruppi formati da intellettivo relazionali, neuromotori e sensoriali, sono state giornate piene di calcio, scherma, basket, danza, atletica, tiro con l’arco, pallavolo, tennis, tennistavolo, ciclismo, momenti ludici, spiaggia e mare, con colazione, pranzo e cena condivisa, con genitori e accompagnatori presenti ma ai margini.
Per operatori esperti e Tecnici, neolaureati e laureandi un’occasione rara per vedere, conoscere, ascoltare, parlare, imparare e assorbire ciò che soprattutto gli intellettivi sanno comunicare alla loro maniera che poi non è così diversa o difficile da capire rispetto alle “supercazzole” intrise di ipocrisia che caratterizzano il nostro tempo.
Nicolò, messa in un angola la sua carrozzina, resta in piedi il tempo di un tiro a canestro seguito dall’urlo: “numero1!”. Chantal ti incanta con il suo danzare in giacca e Borsalino, Mattia ti blocca ragionando coinciso e lucido, molto più di chi nella vita di tutti i giorni decide per lui chi è e cosa può fare, cercando con ripetuti sguardi veloci l’assenso del suo meraviglioso papà.
E così è stato per ogni singolo protagonista per una sola domenica, un lunedì, un martedì, un mercoledì, un giovedì, un venerdì e un sabato.
Ognuno di questi ragazzi ha indicato chiaramente, come altri ogni altra volta, di cosa ha bisogno, nello sport e non solo, per vivere una vita che chiunque, con i propri tempi, spazi
e opportunità, ha il diritto di vivere.
Tutti d’accordo che per un “laureando breve” una settimana come quella di Lignano vale almeno quanto un esame da preparare seduto tra quattro mura e con un libro in mano?
E quindi perchè queste opportunità hanno solo una domenica, un lunedì, un martedì, un mercoledì, un giovedì, un venerdì e un sabato?
Queste e molte altre le domande di sempre,
in primis quella di base: “chi accompagna chi?”, alleggerite dagli abbracci e dagli occhi lucidi di un rompete le righe intriso di malinconia perchè coincide con il rientro alla diversamente normalità.
Solo Francesco, quello accompagnato, è sereno.
Domani al suo risveglio troverà come sempre l’amico
stregato dal suo sorriso magico in una biblioteca di Roma, che lo accompagna e lo accompagnerà. Ma alla bisogna, mani sugli occhi e …”puff”…