All’Oratorio di San Macario il campione di nuoto paralimpico della Polha Varese Fabrizio Sottile ha raccontato la sua seconda Paralimpiade e si è raccontato senza far sconti, a se stesso e agli altri.
Dalla tribolata convocazione per Rio 2016 a ritroso fino alla malattia che lo ha portato alla condizione di ipovedente proiettato in pochi mesi da nuotatore normodotato a protagonista alle Paralimpiadi di Londra 2012. Nell’incontro organizzato da Marco Sironi, Sottile ha parlato di delusioni, gioie, sacrifici, ambizioni, sogni e del pensiero sul suo domani.
Ha parlato d’atleta. “Sono vent’anni che nuoto – fa detto Fabrizio – non so fare altro.
Forse – ha aggiunto – è arrivato il momento di cercare una nuova strada per aprirmi ad altre esperienze cercando quello che potrò e saprò essere”. Un incontro come tanti dove si va per dare e si finice sempre col ricevere. Ma una promessa a chi lo vuole vedere ancora in acqua Fabrizio Sottile l’ha buttata lì: “Intanto vediamo cosa succede ai mondiali dell’anno prossimo in Messico…”