Wheelchair Hockey, “Chi ci conosce si innamora”

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Un torneo di un giorno diviso su tre campi con tanta gente intorno. La 18a edizione del memorial “Bruno Frattini” di wheelchair hockey ha offerto ai presenti una bella scenografia  lanciando un messaggio ben più importante dei risultati e delle classifiche di giornata.
Alla sua prima presenza nella doppia veste di portiere del Dream Team Milano e presidente nazionale dell’Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare, Marco Rasconi racconta tutta la sua soddisfazione iniziando dal significato dell’evento che ha riunito al Forum di Assago Dream Team Milano, Turtles Milano, Skorpions Varese, Black Lions Venezia, Sharks Monza, Good Fellas Pavia, Lupi Toscani Scandicci e Magic Torino.
“Abbiamo deciso di organizzare il torneo rivolgendoci alle squadre più esperte e a quelle emergenti – risponde Rasconi – unite da un logo che vede un uomo preistorico giocare a hockey. In sostanza abbiamo voluto tornare alle origini per rilanciare la nostra disciplina in ogni regione d’Italia. Vogliamo e dobbiamo far vedere ai ragazzi con distrofia muscolare e patologie simili che si deve uscire di casa, si può vivere e si può giocare a hockey. E’ un messaggio che facciamo passare da ormai 18 anni e che vogliamo sia sempre più forte”.
Più difficile mettere una pezza agli errori dei suoi difensori o ai buchi della nostra società ancora piuttosto carente nei vostri confronti e non solo?
“Mi arrabbio in entrambe le situazioni e per quanto mi è possibile cerco di mettere pezze ovunque. Nella vita di tutti i giorni è più difficile e lo sappiamo bene perché la società non è abituata a noi. Quindi siamo noi che dobbiamo ricordare a tutti che ci siamo e vogliamo esserci. Più o meno è quanto accade in campo quando difendo la mia porta e chiamo i miei difensori per tener viva la loro attenzione agli avversari”.
Nei suoi incontri è un aspetto che sottolinea sempre.
“E’ un aspetto fondamentale. Dobbiamo uscire e raccontare alla gente chi siamo e cosa possiamo fare. Non dobbiamo star fermi aspettando che qualcuno ci propongo di fare, dobbiamo essere noi a proporci per primi. Certo, non è facile ma gli strumenti ci sono e la volontà di tanti non manca. Se siamo sempre di più sempre più ragazzi cominceranno a farlo”.
L’adesione al memorial Frattini è già una bella risposta dalla quale ripartire.
“Certamente si. Siamo molto contenti ma guai ad accontentarsi. Questa giornata è ancora più ricca se anziché esser felici per chi c’è ci autocontagiamo di energia per raggiungere chi non c’è. Abbiamo dei vuoti in Toscana, in Campania, in Calabria senza dimenticare che, solo trovando la forza economica necessaria, con i numeri che abbiamo potremmo già moltiplicare il numero delle squadre lombarde. Abbiamo la volontà e la forza di fare, con l’aiuto di tutti ce la faremo di sicuro”.
Ma gli arbitri hanno soggezione nel dirigere il presidente nazionale Uildm?
“Assolutamente no, anzi – risponde il presidente con un largo sorriso –
A cominciare dai miei compagni di squadra e dagli avversari che ormai mi rifilano ad ogni occasione il motivetto più cantato in Italia: ‘se c’è in porta Rasconi è gol!’. Quindi, soggezione meno di zero”.
Un altro motivetto molto più serio ed efficace è quello che sta ripetendo in ogni occasione rivolgendosi a potenziali volontari.
“I volontari non sono mai abbastanza. Raccontate a chiunque ogni incontro ed ogni nostra iniziativa e poi sarà tutto naturale e facile perché chi arriva in contatto con noi si innamora e non ci lascia più”.