“Granellini” che scattano

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Un docente di prestigio come Livio Moiana, allievi “presi” dalle immagini e con due caratteristiche che, come dice Moiana, “la sostanza di ogni fotografo, professionista e non possono prescindere da sensibilità e umiltà”. Il corso di fotografia nella Cooperativa Il Granello di Cislago è partito prima di tutto per la sensibilità di un professionista che un giorno, tra un pensiero e l’altro, vedendo una madre con un un figlio con una grave disabilità ha pensato come e cosa poteva fare per essere utile a quel ragazzo e a chi come lui deve necessariamente vedersi aprire una porta per trovare e provare opportunità di una vita uguale a nessun altro ma non per questo meno vita.
“E’ andata così – racconta Moiana – Il Granello lo conoscevo già da molto tempo.
Il pensiero mi è forse nato anche per il mio passato da volontario nel mondo della disabilità, forse è rimasto nella mia testa in attesa dell’input giusto per mettere a disposizione di qualcuno la mia passione, prima che esperienza professionale, per la fotografia”.
Mi dia un’immagine della sua classe di “Granellini”.
“L’immagine è quella di un gruppo, una vera squadra dove c’è grande rispetto per l’altro e le critiche sono decise ma al tempo stesso costruttive ed espresse per essere utili a tutti. Un aspetto bellissimo e piuttosto raro. Fin dal primo incontro ho chiarito con i ragazzi che non volevo insegnare loro a fotografe i fiori i giardino. Quello lo sanno fare tutti. Io vorrei che loro imparassero a fare qualcosa che gli altri non sanno fare.
Il mio desiderio è quello di passare a questi ragazzi quello che ho imparato nei miei venticinque anni di fotografo professionista perché voglio da loro l’opportunità di diventare più bravi di tanti amatori”.
Primo impatto?
“Beh, pur non essendo a digiuno di questo mondo ammetto che prima di cominciare non sapevo cosa aspettarmi perché, da volontario che esegue, per la prima volta ero io a dover creare un percorso per rendere protagonisti i miei compagni di viaggio.
La prima sorpresa è stata la partecipazione e la voglia di fare.
All’inizio non da parte di tutti ma poi, quando sembrava che il corso potesse non avere un seguito, in pochissimo tempo è scattato un qualcosa nei ragazzi, prima dispiaciuti e poi combattivi nel difendere quanto avevano appena cominciato, dicendo chiaramente: guai a chi ci tocca il corso di fotografia!
Una reazione che non mi aspettavo, ancor più significativa perché venuta dal gruppo, come dicevo prima una squadra unita e determinata.
Io ho praticato uno sport di squadra per vent’anni. Ritrovare in questi ragazzi lo stesso spirito è stata una grande emozione”.
Davanti all’urlo “guai a chi tocca il corso di fotografia!” chi si prenderà la responsabilità di mettere un paletto, una scadenza, un fine anno?
“Di sicuro non io! – risponde sorridendo Moiana – Al momento non c’è nessun termine. Tanto meno pagelle ed esami. Per diventare fotografi il percorso è lungo. Cosa che oggi ignorano in molti imboccando la scorciatoia della macchina ipertecnologica che mi permette oggi di fare le foto e domani di diventare fotografo. Il percorso è lungo, bisogna avere pazienza e infinita voglia di imparare. Componenti fondamentali nello spirito dei ‘Granellini’ che in tanti, purtroppo, hanno dimenticato”.