La scuola della Varese più bella è la casa di Paolo

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E’ una casa costruita sul dolore più grande per qualsiasi genitore. In realtà la casa è un’idea che ha preso forma nel 2012 aprendo una porta, nell’oratorio di San Vittore, nel cuore di Varese, per accogliere qualcuno in difficoltà nel suo percorso scolastico

Oggi “La casa di Paolo” è un’idea diventata grande, con cinque educatrici, una ventina di volontari, bambini e ragazzi che la frequentano e altri in lista d’attesa.

Nel ricordo di suo fratello Paolo che ha perso la vita insieme ai suoi amici Andrea e Luca in seguito ad un terribile incidente, Claudia Dal Fior con al fianco mamma Ge e papà Marco hanno aperto la porta, come ogni giorno da settembre a luglio, per presentare una mostra fotografica realizzata dai ”ragazzi di casa”, una gara di aperitivi tra bar, giochi e molto altro, per festeggiare l’ormai vicino finale della stagione scolastica ma soprattutto il saper crescere insieme.

“La casa dedicata a Paolo è nata per questo – dice Claudia Dal Fior – Dopo l’incidente che ci ha tolto mio fratello, con mamma e papà ci chiedevamo quale sarebbe stato un servizio utile per la nostra comunità arrivando alla volontà di strutturare meglio un doposcuola già attivo all’Oratorio di San Vittore, in quel momento gestito da due volontarie e frequentato da cinque bambini stranieri affamati di lingua italiana. Alla fine del primo anno i bambini erano 18, con quotidiane telefonate di genitori che mi chiedevano se c’era posto.
Richieste che mi sorprendevano perché la porta era ovviamente aperta per chiunque, in più o meno difficoltà, avesse bisogno un aiuto. Con il passare degli anni mi sono resa conto che lo spazio e le forze di cui possiamo disporre non sono illimitate e quindi abbiamo dovuto nostro malgrado predisporre una lista d’attesa perché siamo ormai arrivati a quota 70”.

La sorpresa più bella di questa bella storia di attenzione per gli altri?

“Senz’altro la capacità di ogni ragazzo di essere a suo modo protagonista, sviluppando in tempi brevissimi un bellissimo senso di appartenenza in ogni attività che abbiamo aggiunto strada facendo. Infatti, l’idea iniziale di rivolgerci a bambini delle scuole elementari e medie si è allargata ben presto ai cinque anni della media superiore. 

La “Casa di Paolo” è una cartilagine tra la scuola e la famiglia. Dolori?

“Lavoriamo cercando constantemente alleanze nelle famiglie e nella scuola.
Ai genitori chiediamo di fidarsi di noi altrimenti non si fiderebbero anche i loro figli. Un’alleanza totale tra le parti è indispensabile al benessere di un bambino.
Attriti o linee parallele rendono tutto molto più faticoso.
Noi siamo determinati a far bene il nostro pezzettino”.

La mostra fotografica di quest’anno è uno degli esempi del senso di appartenenza. A casa di Paolo si studia, si fanno i compiti e molto altro.

“Questa attività fotografica rivolta ai ragazzi delle superiori è cresciuta in modo esponenziale partendo sempre dal bisogno d’aiuto relativo allo studio. Rispondendo ad un loro bisogno li agganciamo prendendo al volo l’occasione per aggiungere altri contenuti che altrimenti prenderebbero scarsamente in considerazione. Il crescendo sta nella partecipazione sempre più sentita ai nostri laboratori del mercoledì e parallelamente , forse non a caso, al fatto sempre più frequente di vedere le verifiche nei diversi istituti della nostra provincia fissate nella prima ora del giovedì mattina.

Per laboratori intendo la riflessione su varie tematiche, vedere film, interagire con altre realtà del territorio e non solo. Abbiamo condiviso incontri di prevenzione all’uso di sostanze con la Rete Discobus della Cooperativa lotta contro l’emarginazione, con un Cse di Lurate Caccivio per imparare la trasversalità del rapporto normo/disabilità in termini di emozioni e conflitti e dibattuto in più riprese con un avvocato il tema della legalità. Momenti fermati nelle fotografie realizzate e messe in mostra anno dopo anno dove anno dopo anno i ragazzi sono sempre più in primo piano. Nelle prime foto si vedono travestimenti o solo le mani, ora ci mettono la faccia, selezionano gli scatti e condividono i titoli con le educatrici generando queste mostre significative quanto apprezzate”.

Doposcuola, progetto Iris, progetto Siri, progetto Pesce sull’Albero.
A casa di Paolo c’è una bella famiglia che cresce in sostanza, proposte, numeri, obiettivi
e sogni. Nella Varese più bella si può essere utile anche solo firmando per il 5×1000.
In casa di Paolo si può entrare anche solo per chiedere informazioni su come e cosa donare ma senza illudersi di dare perchè a casa di Paolo, come in ogni altra casa della Varese più bella, solo e sempre si riceve.
Leggi anche: https://varesenoi.it/la-casa-di-paolo-quando-basta-una-parola-per-festeggiare-e-fare-del-bene-grazie/
Info: www.lacasadipaolo.orglacasadipaolo.varese@gmail.com
FB: La Casa di Paolo