Polha Varese: “Sport si può”, a scuola si deve!

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Progetto sport si può 2019

Anche quest’anno è arrivato in porto, a vele spiegate.
Il “Progetto sport si può” ce l’ha fatta o meglio, ce l’ha fatta la Polha Varese che l’ha preso in mano da sola nel 2004 crescendolo senza risparmio nonostante il progressivo disimpegno di più di qualcuno dei compagni di un viaggio più ampio iniziato dalla Provincia di Varese nel 1997 . Qualcuno ma non tutti. Non certo dei volontari e dagli operatori che da subito intesero il progetto di promozione del nuoto senza barriere nelle scuole come “sport si deve”.

La stagione appena conclusa con le tradizionali feste nelle rispettive sedi ha stupito gli stessi protagonisti per i numeri e la qualità nell’acqua di 8 Piscine di Varese, 18 Comuni, 27 Istituti Comprensivi Scolastici (28 Scuole Primarie e 29 Scuole Secondarie di 1° Grado), 250 studenti, 37 istruttori specializzati, alcuni a titolo di volontariato, 15 volontari, 128 giorni di lezione, 304 turni di lezione, senza dimenticare la formazione di decine di istruttori e “Sport si può estate” organizzato in giugno, luglio e agosto nella piscina alla Schiranna in collaborazione con la Canottieri Varese.
Uno scenario dove svetta, tra gli altri, la concreta sensibilità dei Comuni di Saronno, Varese, Caronno Pertusella, Tradate, Luino e Busto Arsizio con le strutture Sport Management Busto Arsizio Luino, MioClub Tradate, Saronno Servizi, Omnia Sport Caronno Pertusella, Laguna Blu Varese, Gestisport  Jerago, New Swim Castiglione Olona.

“Prima di qualsiasi altra considerazione – esordisce la presidentessa Daniela Colonna Preti – devo ancora una volta ringraziare i fantastici volontari della Polha che con i nostri atleti e gli operatori contribuiscono a scrivere pagine meravigliose come queste della nostra lunga storia. Per il resto che dire? Il successo del progetto va in controtendenza con le difficoltà che sempre più lo penalizzano. Ricordando che per gli utenti si tratta di una proposta totalmente gratuita è pazzesco come chi lo svolge si ritrovi in un deserto di fondi disponibili e una montagna di burocrazia. Poi potrei aggiungere una lunga serie di scarse sensibilità e collaborazioni ma come sempre preferiamo concentrarci sul da farsi sforzandoci di ignorare chi non capisce e a questo punto della mia vita dubito che capirà mai”.

L’obiettivo rimane quello della promozione dello sport per tutti nelle scuole con l’integrazione nelle associazioni sportive del territorio?

“Rimane quello ma il risultato non può dipendere solo da noi. Dei 250 studenti incontrati quest’anno solo una trentina hanno disabilità neuromotorie, gli altri hanno disabilità intellettiva relazionale. Non possiamo essere solo noi la risposta per tutti e tutto.
Nella nostra provincia non mancano rappresentanti delle istituzioni attenti, dirigenti scolastici illuminati e associazioni capaci di fare quadra ma la rete serve ed è utile se non ha buchi altrimenti il carico sui singoli diventa anno dopo anno sempre più pesante e insostenibile con disabili e famiglie prime vittime di situazioni assurde. Nella Polha disabili e normo fanno le cose insieme, condividendo ideali e progetti portandoli avanti e realizzandoli in un clima di amicizia, rispetto, allegria, fiducia e competenza. Siamo portatori sani di motivazioni, convinti di essere concreti, credibili e trasparenti. Forse per questo quando ci chiudono una porta in faccia ci ritroviamo spesso di lato un portone spalancato.
Molti degli sponsor che ci siamo meritati sono diventati amici felici di condividere attività iniziative, progetti, bandi, mercatini e molto altro. Il segreto della Polha mai stato un segreto è questo. Chi ci conosce ci stima e resta al nostro fianco. Sport si può e di deve”.