San Patrignano: lo sport per vivere il dono splendido della vita

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Fin da subito, ormai 41 anni fa, nei pensieri di Vincenzo Muccioli sulla collina di San Patrignano lo sport aveva un posto sicuro nel percorso che intendeva dedicare alle persone con problemi di dipendenza. Per dar sfogo ai malesseri quotidiani anche solo facendole camminare per farle sudare, arginando l’astinenza dalle sostanze. Quel pensiero si concretizzò strada facendo per arrivare negli ultimi anni a svilupparsi con diversi discipline: calcio, basket, pallavolo ed una squadra di maratoneti che ha come obiettivo la partecipazione alla maratona di New York.

“Ovviamente senza ambizioni di vittoria! – dice Fabio Ferretti, uno dei responsabili del Gruppo sport e tempo libero della Comunità San Patrignano – L’obiettivo minimo è quello di arrivare al traguardo anche se nel corso delle varie edizioni i ragazzi di volta in volta protagonisti hanno saputo raggiungere ottimi risultati scoprendo strada facendo le loro grandi potenzialità, acquisendo fiducia e consapevolezza nei propri mezzi. La squadra di basket partecipa al campionato di prima divisione, quella di calcio è in terza categoria.
All’interno della Comunità le squadre sono un ottimo strumento, utile al percorso dei ragazzi per il confronto con gli altri che si genera in modo naturale, ognuno con la propria storia fa squadra per un obiettivo comune dove non è importante essere il migliore ma dare il proprio contributo per migliorare la squadra. Lo sport è il mezzo migliore per andare oltre i propri limiti. Quando non hai più fiato ti tira fuori ciò che hai dentro presentandoti per come sei veramente. Ogni squadra è seguita da uno staff di educatori con un allenatore esterno che per quanto riguarda il basket è con noi da otto anni. In squadra abbiamo da cinque anni un ex giocatore di serie A, Massimiliano Romboli, che nonostante l’età non più verdissima è ancora un ottimo atleta e punto di riferimento per i più giovani.

Parlano tutti di quanto lo sport sia efficace per imparare il rispetto delle regole ma nella società tutto questo apprendimento non si vede granché. A Sanpa?

“Comincio col dirti che a San Patrignano le regole si imparano prima. Poi si accede allo sport. Ovviamente chi arriva da noi è libero alla sera di praticare lo sport che preferisce nelle strutture che abbiamo, all’interno del proprio settore e insieme ai compagni. Qui emergono da subito le prime problematiche che vengono prontamente affrontate dalle diverse figure professionali. Poi, generalmente intorno all’anno mezzo/due il ragazzo, andato via via strutturandosi, se ha talento ma soprattutto la volontà di andare oltre, ha la possibilità di far parte di una delle nostre squadre sportive. Le squadre escono dalla Comunità e quindi mettono i ragazzi alla prova con tutto ciò che capita in una partita vera, dall’insulto, alla provocazione, al fatto di essere considerati atleti indipendentemente dalla storia di ognuno, di esser semplicemente avversari da battere, con colpi più e meno proibiti che vanno accettati o ai quali rispondere con scaltrezza, fermi restando i valori e gli insegnamenti in tema di correttezza e rispetto degli altri nel dna di San Patrignano. Altra cosa positiva dello sport è l’incontro con gli altri, nuove amicizie, una nuova famiglia. Per questo al termine del percorso tendiamo a consigliare a chi esce di non tornare nella città dove ha vissuto la sua dipendenza e dove c’è ben poco da ritrovare per quanto ha distrutto. Una ripartenza in un nuovo ambiente fa dello sport l’ingresso ideale in una nuova vita”.

Quanti ragazzi hanno memoria di quanto hanno trovato in un salva vita come San Patrignano?

“Da quando sono a San Patrignano tutti i ragazzi che ho visto uscire al termine del percorso di recupero sono tornati a trovarci. Chiaro che dipende da dove decidono di stabilirsi. Per chi è rimasto in Emilia Romagna è facile vedersi più di frequente o vederli tra il pubblico alla partite anche se usciti da oltre dieci anni. Qualcuno è ancora con noi nelle diverse squadre o partecipano con noi alla Maratona di New York. Se come si dice il mondo sta cadendo a pezzi, a San Satrignano siamo soliti raccogliere i cocci e aiutare i ragazzi a tornare ad essere vasi meravigliosi, persone che vivono il dono splendido della vita”.
info: Comunità San Patrignano