Ciao Fola,
insieme agli occhi carichi di lacrime ho anche la consolazione di sapere che adesso sei tornato a star bene.
Da bambini ci hanno raccontato che chi muore va in cielo e quindi mi piace immaginarti vestito con i colori del cielo, il bianco e l’azzurro: i colori dell’Aurora.
Ad accoglierti hai trovato Angelo Reina e Claudio Sgarzi.
In campo hai ripreso il tuo posto a centrocampo.
Alla tue spalle, centrale di difesa Luciano Dalla Bona.
Quando ieri sono venuto a salutarti ho riavvolto il film della nostra amicizia.
Il Fola che voglio ricordare ha una testa piena di ricci, indossa la salopette di jeans, il maglione e il gilè di velluto con il pelo e mi viene a prendere con la 124 verde per portarmi a Induno.
Un mangia cassette autoreverse nascosto nel cruscotto con dentro tante cassette ma solo due consumate dall’ascolto: News Trolls e Premiata Forneria Marconi.
Erano le prime volte che i miei genitori mi lasciavano uscire di casa fino a tarda notte perché “chel Folador lì lè’n brau fioeu”.
Grazie a te ho imparato ad apprezzare le serate tra amici fantastiche perché semplici.
Grazie a te ho conosciuto la mamma dei miei figli.
Nel mio piccolo una firma nella tua vita l’ho messa anch’io fotografando il tuo matrimonio con Laura.
Ora hai davanti campi infiniti dove liberare i tuoi cani e specchi d’acqua fantastici dove pescare.
Attaccato alla rete del campo dove hai ripreso a giocare hai ritrovato tuo zio Giovanni con il suo grido gentile di incoraggiamento: “animo ragazzi, forza Aurora!”.
Oggi tutta questa a gente è venuta a salutarti e ad incitare i tuoi cari: animo Laura, Andrea e Giulia.
Forza Brigida, Arnoldo, Lucia e Stefania.