Bebe Vio è arrivata in cima.
Rompendo muri e protesi in serie Bebe ha scalato una montagna con al fianco due infaticabili sherpa di nome Teresa e Ruggero, la sua mamma e il suo papà.
Bebe Vio campione del mondo di scherma paralimpica è un capitolo annunciato di una storia che contamina chiunque ha la voglia di seguirla o la fortuna di viverla. In un recente incontro con una scolaresca Bebe se ne è uscita con un disarmante “la malattia che mi ha tolto braccia e gambe non è poi così cattiva…”. Bebe è fatta così e lo è da quando si è messa alle spalle il momento più brutto della sua vita e di chi la sua vita gliel’ha donata. Al suo esordio nella scherma paralimpica, il pubblico di un palazzo dello sport si alzò in piedi per applaudirla a lungo. Qualcuno ebbe la bella idea di metterle davanti alla bocca un microfono.
“Vorrei chiedere alle autorità belle comode in prima fila perché non si sono alzate come il resto del pubblico?”.
Eccole le stoccate che hanno fatto di Bebe una campionessa del mondo prima di mettersi al colla qualsiasi medaglia.
Eccole quelle uscite che regalano a mamma e papà quelle emozioni e quei sorrisi che entrambi pensavano di aver perso per sempre in un giorno tremendo nemmeno tanto lontano.
Un giorno durato molto di più che Bebe liquida con un semplice “non ho brutti ricordi di quando ero in ospedale anzi. Mi ricordo solo che venivano trovarmi in tanti, piangevano e mi lasciavano un sacco di regali”. E da quando è uscita dall’ospedale Bebe ha saputo restituire regali a piene mani. Si perché Bebe ti fa dimenticare che le mani non le ha. Lo stesso vale per le gambe. Se ne sono dimenticati anche i componenti di una commissione medica internazionale che per qualche anno l’ha costretta a gareggiare con chi gli arti li aveva. Poi, qualcuno s’è accorto della differenza rietichettandola come categoria B. “B forever?”, domandò Bebe ai sanitari, “B forever” fu la risposta divertita.
E’ un caso mondiale ma è la ragazzina che si diverte un mondo con le sue amiche di Mogliano Veneto. E’ tempestata di impegni ufficiali ma non perde un’uscita con gli scout. E’ aperta al mondo intero ma guai a violare la sua vacanza per eccellenza all’Isola d’Elba con i fratelli Maria Sole, Nicolò e il fedelissimo Taxi.
Bebe non è un esempio perché non lo vuole essere. Bebe non è una persona con disabilità perché non vuole esserlo. Bebe sa dare lezioni, questo si, ma a scuola ci va da studente e non per insegnare. Bebe non puoi frenarla o classificarla.
Bebe è Bebe sempre, forever.