Pancalli: “Orgoglioso della famiglia paralimpica. Io all’IPC? Vedremo”.

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Alla serata di chiusura di casa Italia paralimpica a Rio il Presidente del Cip Luca Pancalli ha festeggiato gli ultimi medagliati in ordine di tempo della spedizione azzurra alle Paralimpiadi chiedendo un applauso per il corridore iraniano vittima dell’incidente nella gara in linea. “E’ doloroso pensare ad un uomo come i nostri, partito per vivere come noi il sogno di una paralimpiade che oggi ritorna da sua moglie e da sua figlia in una bara. Quando parlo di famiglia paralimpica italiana mi piace pensare ad un’unica grande famiglia internazionale. Oggi abbiamo perso uno di noi ed è per questo che anzichè un minuto di sielnzio che sa di vuoto vi chiedo un applauso dedicato a Bahman Golbarnezhad”.
Oltre ai complimenti ad atleti e dirigenti per il corposo medagliere e non solo, Pancalli ha poi voluto una chiacchierata più informale con i giornalisti.
“Tra i protagonisti di queste paralimpiadi metto anche i media, la Rai in testa, per come ci avete seguito. Le medaglie sono si importanti ma forse ancora più importante è quello che sta succedendo sulla mia email dove arrivano continuamente messaggi di genitori che chiedono come e dove è possibile per i propri figli con disabilità iniziare la pratica sportiva. E’ un segnale importante che gratifica il notro e il vostro lavoro, soprattutto al termine di un’avventura che abbiamo iniziato con non poche preoccupazioni generate dalle oggettive condizioni ambientali. A questo proposito devo dire che l’organizzazione brasiliana merita un sette più. Forse con l’unica criticità dei trasporti, per il resto tutto è andato più che dignitosamente. Altro motivo di soddisfazione è la considerazione che l’Italia ha ricevuto dal mondo intero. Più volte, incontrando il presidente Craven tra uno stadio e un palazzetto mi è stato chiesto di dare una mano a questa o quella Federazione nazionale visto quello ottenuto dall’Italia pur non potendo contare su ben altri budget di altri Paesi. Una considerazione generale che mi rende orgoglioso del lavoro svolto in questi anni. Il quadriennio olimpico è in scadenza, come ll’Ipc del resto. Craven, in uscita dalla presidenza Ipc, mi chiesto con insistenza un mio impegno in atl senso. Alla fine gli ho risposto di si ma questo non vuol dire che inetndo candidarmi alla presidenza del massimo organo mondiale dello sport paralimpico. Vedremo”.
Tra le cose belle c’è la singolarità e la particolarita della “Casa Italia Paralimpica” realizzata in uno dei quartieri più poveri di Rio. Adesso che l’Italia torna a casa cosa succede?
“Compatibilmente con quanto ci verrà chiesto e indicato dalla Curia locale non abbandoneremo di certo questo punto di riferimento per i bambini della favelas che abbiamo voluto ristrutturare al meglio. Fossimo in Italia sarebbe automatico prevedere la presenza di operatori che insegnino l’approccio allo sport ma soprattutto diano una speranza  a bambini che non hanno sogni e speranze.
Qui, la situazione è diversa e nessuno meglio di chi vive ogni giorno questa realtà può indicarci la strada di una colaborazione affinchè si possa dare una continuità a ciò che abbiamo iniziato con la nostra presenza, ben prima delle Paralimpiadi”.