Per Giulia Ghiretti l’assordante torcida dell’Acquatica Center di Rio è un bel ricordo. Ancora più belle sono le sue due medaglie, una d’argento e una di bronzo.
A 22 anni, alla sua prima Paralimpiade beh, è tanta roba!
“Quella in Brasile è stata un’avventura fantastica – dice Giulia, atleta della Ego Parma Nuoto, una degli otto atleti del progetto AcquaRio coordinato dalla Polha Varese – sono felicissima per il bronzo nei 50 delfino perché non me l’aspettavo. Ovviamente anche per l’argento nei 100 rana dove ho migliorato il mio record ma quella era la mia gara. Infine, ai 50 dorso, la specialità nella quale ho inizaito a gareggiare, sono arrivata un po’ scarica ma va bene così”.
Cosa c’entra in questi grandi risultati infarciti di record nazionali il progetto AcquaRio?
“Beh, il progetto AcquaRio è stato fondamentale. Quando ci siamo spostati tutti a Milano per l’Università le nostre rispettive società sono state brave e lungimiranti ad unire le forze pur mantenendo ognuna atleti e identità. Anche perché è evidente che se non si collabora tra non si va da nessuna parte. In tutti c’è grande disponibilità e unità d’intenti, con l’attenzione per ogni particolare e con figure professionali specifiche”.
Già l’anno scorso con la partecipazione al mondiale hai avvertito il salto di qualità. Alle Paralimpiadi cos’hai trovato?
“Un livello altissimo. AcquaRio ci ha permesso di cambiare ritmo aumentando il lavoro per arrivare all’Europeo di quest’anno e poi ancora di più con una preparazione specifica in vista delle Paralimpiadi con due volte in acqua ogni giorno e molto altro”.
Crescendo come sei cresciuta in qualità del lavoro e nelle prestazioni come hai visto le tue avversarie?
“Sono gratificata dal fatto di vederle sempre più vicine ma come dicevo il livello è altissimo e quelle che mi sono arrivate davanti a queste Paralimpiadi sono atlete davvero forti e preparate al meglio”.
Come si riparte con due medaglie così pesanti che ti consegnano i gradi di atleta tra le più forti al mondo?
“Sinceramente devo ancora realizzare il tutto ma certo è che si ricomincia bene, con più certezze e autostima. Il soggiorno a Rio è stato impegnativo. Adesso c’è tanta voglia di riassaporare l’aria di casa, fare un po’ di vacanza e poi ricominciare a pensare si al nuoto ma anche all’Università”.
Come sempre non c’è miglior promozione dei risultati. A Rio il nuoto ha vinto 13 medaglie sulle 39 totali del medagliere azzurro. Questo non basterà a moltiplicare gli spazi acqua ma sicuramente saranno tanti i genitori che porteranno in piscina i propri figli con ogni disabilità.
“Il problema piscine è un problema cronico che però abbiamo dimostrato di poter superare con impegno e passione. Dall’anno scorso a quest’anno per orari e frequenze le cose stanno andando sempre meglio. Anche su questo aspetto l’impegno del nostro tecnico Max Tosin e della presidente della Polha Daniela Colonna Preti è totale. Nella mia città, Parma, essendo una realtà più piccola rispetto a Milano è più facile trovare soluzioni perché il rapporto con le Istituzioni è più diretto ma dappertutto ancora manca la cultura dell’attività sportiva e quindi le difficoltà, piccole o grandi, restano”.
Per un progetto AcquaRio che va in archivio con 7 atleti e 7 medaglie alle Paralimpiadi 2016 è auspicabile che si trovino in fretta le condizioni ma soprattutto risorse per far partire un progetto AcquaTokyo 2020.
“E’ quello che vogliamo tutti noi ma…non troppo in fretta.
Prima tiriamo un po’ il fiato e poi ci penseremo”.