Il Cassioli benemerito!

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Quando ho appreso la notizia un sorriso è partito dal cuore, ha attraversato anima e mente per concretizzarsi sulla mia bocca. A dire la verità sapevo che fosse una bella cosa ma, nella sostanza, non ero a conoscenza del significato profondo di tale nomina. Stando a Wikipedia: “la benemerenza civica è un’onorificenza che viene concessa da un comune italiano a un cittadino, associazione, organizzazione o ente che con opere concrete nel campo delle scienze, delle arti, dell’industria, del lavoro, della cultura, della scuola, dello sport o con iniziative di carattere sociale, assistenziale, filantropico o con atti di coraggio siano stati di aiuto ai propri concittadini o abbiano esaltato il prestigio della città.”
Partiamo dal fatto che l’onore è tutto mio: mi lusinga pensare di essere d’aiuto o almeno da stimolo a bimbi, ragazzi e adulti del territorio in cui vivo e in cui lavoro.
Già la mia professione è l’espressione di una forma di assistenza e aiuto verso gli altri.
Qui la faccenda si fa un po’ più ampia perché mi rendo conto che, per un ragazzo cieco, essere fisioterapista e osteopata e poter coesistere con altre figure professionali in un ambulatorio “normale” non è cosa da tutti i giorni.
Pensare che, dopo la maturità, alcune università avevano osteggiato la mia iscrizione al corso in fisioterapia perché “ci sono degli esami che non potrebbe sostenere”.
Superato quell’ostacolo eccone subito un altro: libri inaccessibili per preparare il test d’ingresso, materiale didattico a dir poco empirico, ecc. ecc..
Già questo aspetto conferisce infinito valore alla benemerenza: dimostrare che spesso i limiti nel campo della disabilità provengono da fuori, da chi, della disabilità, poco conosce ma si trova a prendere decisioni che ne intaccano la quotidianità e la dignità.
Allora questo riconoscimento è da estendere all’Università degli Studi dell’Insubria che si è presa questa “patata bollente” chiamata Daniele Cassioli portandolo a diventare dottore in fisioterapia e al territorio che mi sostiene con occhio vigile su quello che cerco di trasmettere ogni giorno. Questa benemerenza è il fantastico compimento della crescente considerazione che il territorio ha manifestato nei miei confronti nell’ultimo periodo.
Già dall’anno scorso con il conferimento del premio San Magno poco dopo i mondiali in California e un riconoscimento dalla città di Gallarate per meriti in ambito sportivo avevo sentito una sincera ammirazione per i miei traguardi sportivi. La benemerenza va ben oltre perché contempla due ambiti diversi ma così sovrapponibili che caratterizzano la mia vita: lavoro e sport. Questo sì che è davvero magico. Tramite la passione si raggiungono dei risultati che vengono riconosciuti, esaltati e premiati. Da qui è tutto più semplice: parlare nelle scuole, ai convegni o agli eventi sul territorio acquisisce un valore inestimabile, sempre per fare cultura sui diversamente abili, paralimpici o come volete.
Tanto non è il nome ma il valore che si attribuisce a una persona che fa la differenza; sia essa non vedente, seduta o con ritardo mentale e qui, se mi è consentito, il riconoscimento è alla persona, a Daniele. Non mi stancherò mai di sostenere che la vera bellezza di un successo sta in quello che ti regala con il suo arrivo: risonanza e quindi il “pretesto” per raccontare storie di persone prima di tutto, soggetti che fanno di una difficoltà un punto di partenza; individui che guardano a quello che c’è e non disperano per ciò che non si è.
Oggi sono a ringraziare il sindaco di legnano Alberto Centinaio e la sua amministrazione comunale perché, tramite questo stupendo riconoscimento, rinnovano ancor di più in me questa missione; d’ora in poi potrò farlo da benemerito oltretutto!