“Parkinson vinco io!”

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“…ma lui ce l’avrà fatta, la musica è passata…”.
La Varese più bella è uscita di casa per rispondere all’invito di Luca Guenna che con suoi amici ha cantato a Palazzo Estense per altri amici lontani che tremano due volte: come Luca e per il terremoto. “Parkinson vinco io” ha detto Guenna introducendo la serata, per poi tornare più tardi sul palco e dedicare una sua canzone al suo amico Marco “Mock” Zanzi, proseguendo con un suo pezzo… “Guccinato” e naturalmente con i suoi preferiti, quelli del “mio vecchio amico Elvis”.
Prima e dopo Guenna hanno suonato e cantato i Venite alla Capanna, gli Strange Fruit, i Delta e in chiusura Gigi Cifarelli.
Tre ore di musica per donare alla ricerca sul Parkinson ed all’Associazione Parkinson Rieti tramite l’Associazione Wood in Stock.
Si va per donare e invece, come ogni volta, si riceve e si ascolta una lezione come quella scritta da Davide Rondoni e letta magistralmente da un’ attrice nel corso della serata:

Qualcuno ha scritto: in principio era la danza.
Perché il Verbo -che è in principio- deve aver avuto un certo ritmo per creare, per mettere in moto la danza degli elementi. I loro misteriosi incontri.
La danza stupita da cui è nata vita.
Perché la vita danza.
Ogni cosa nel mondo è misura, e la misura si può usare in due modi: per chiudere le cose, per farle morire. O per dare ritmo, farle danzare.
Noi siamo quelli della danza.
L’uomo è un essere danzante.
Gli alberi i computer i ghiacciai non danzano.
I delfini nuotano elegantemente. Ma non danzano.
A meno che non siano ammaestrati dall’uomo.
Anche l’orso danza, ma solo se imita uno di noi.

Ci sono animali che sembrano danzare, ma lo fanno per segnare il territorio o irretire la femmina. L’uomo danza e spesso non sa bene perché.
Noi siamo quelli della danza che sembra senza un perché.
Il re Davide, pastore e poeta, danzò nudo a Gerusalemme mentre entrava l’Arca di Dio.
La moglie Micol si arrabbiò perché non era decente. Non stava bene che lui, il re, ballasse nudo in mezzo alla gente.
Ma lui disse: non capisci niente, ballavo davanti a Dio, non davanti alla folla esultante.
Noi siamo quelli che balliamo nudi davanti a Dio.
Noi non sappiamo bene cosa è Dio. Molti hanno danzato cercando i suoi segni.
Ma ha preso un volto nel Nazareno, che guarì lo storpio.
Volete che lo storpio guarito non abbia poi subito ballato?
La Resurrezione è un passo di danza inaspettato fuori dalla morte, dalla grande fissità.
Siamo fatti di danza perché siamo fatti di ritmo ed eternità.
Noi siamo quelli della danza di ritmo ed eternità
Di fronte al volto del discepolo del Nazareno, il tarantolato Paolo, danzavano le tarantolate. Cercavano la guarigione.
Nessuno danza veramente se pensa di essere sano e guarito.
Se pensi di esser sempre in equilibrio non puoi conoscere la danza.

Noi siamo quelli della danza perché abbiamo l’anima ferita.
E la mia anima è ferita anche se è ferita la tua. L’anima del mio fratello, della mia sorella.

Siamo squilibrati verso l’anima del fratello e della sorella, verso il loro dolore.
E verso la loro gioia.
Chi danza fissa con amore la vita dell’altro il suo viso.
È un anticipo di paradiso.
Nessuno danza veramente se danza da solo.
Noi siamo quelli della danza, non ditelo in giro: ci stiamo preparando al volo.