I botti di San Silvestro in casa Handicap Sport Varese sono le convocazioni in Nazionale Under 22 di Massimiliano Segreto e Alessandro Nava che fino alla fine dell’anno sono impegnati a conquistarsi una delle 12 maglie azzurre in palio per il campionato europeo in programma a Lignano Sabbiadoro dal 9 al 14 gennaio.
Una doppia soddisfazione per la società biancorossa che comunque vada vede premiata la “linea verde italiana” adottata al termine della scorsa stagione. Agonismo, reclutamento e promozione, non necessariamente nell’ordine, formano il Dna dell’Handicap Sport targata Cimberio, impegnata da sempre sui tre fronti. Oltre agli abituali incontri nelle scuole varesine e all’Unità Spinale dell’Ospedale Niguarda di Milano, quest’anno i giocatori biancorossi hanno partecipato anche al percorso sperimentale promosso dall’Ufficio Scolastico provinciale di Varese in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico, che si è svolto nel Liceo Sportivo Isis Stein di Gavirate diretto dalla prof.ssa Francesca Maria Franz.
Un quadrimestre con una lezione settimanale di due ore coordinate dai professori Linda Casalini, referente Scuola-Cip-Fisdir, con i colleghi del Liceo Giovanni Todisco e Gianfranco Pinelli.
“E’ stata una bella esperienza per i nostri ragazzi ma anche anche per noi docenti – dice Todisco – Speriamo che il corso abbia un seguito con sempre più opportunità per gli studenti di vivere esperienze sul campo come quelle già vissute con l’uscita sulla neve con l’Associazione Freerider Sport Events che insegna lo sci da seduti l’estate scorsa al meeting internazionale di pararowing di Gavirate coordinata dal nostro collega Maurizio Barranco. Questa serie di incontri con l’Handicap Sport come con gli altri occasionali docenti, dal non vedente campione del mondo di sci nautico Daniele Cassioli al prof. Moreno Martinelli e al psicomotricità relazionale Roberto Soru, ci hanno aperto una finestra sul mondo dello sport per persone con disabilità fisica e intellettiva ricco di contenuti, di valori e di spunti importanti e non ultimi di sbocchi lavorativi per chi studia ed è prossimo a diplomarsi in un Liceo Sportivo come l’Isis Stein”.
Una soddisfazione generale che comprende anche la “Cimberio seduta” sempre disponibile nell’informare e promuovere in merito al basket in carrozzina.
“Ancora troppo pochi lo sanno e fanno finta di non saperlo – attacca il presidente Carlo Marinello – Anche negli anni più bui della nostra storia la nostra disponibilità nel promuovere il nostro sport non è mai mancata. Ecco perché è stato amaro nel recente passato sentire spifferi nei nostro confronti, per lo più provenienti da chi di noi sa poco o niente, sulla presenza di giocatori non varesini e stranieri. Quasi come se dovessimo convivere solo con difficoltà e basso profilo, rinunciando ad una anche una minima ambizione.
La risposta, per chi vuole vederla, è lì da vedere. Tra i più disponibili ad incontri come quelli all’Isis Stein sono proprio gli stranieri, quest’anno i britannici Warburton e Gibbs, che nei rispettivi Paesi li hanno fatti e li fanno da sempre. Per l’Handicap Sport Varese la partecipazione al massimo campionato nazionale è importante, al di là di ogni risultato o classifica. Un traguardo che ci siamo conquistati superando croniche barriere e assenze, che siamo felici di condividere con chi ci segue e ci supporta, ma anche con i giovani che all’Handicap Sport e ad ogni altra realtà paralimpica che verrà sapranno preparare una strada meno in salita”.
Nuovo coach di Varese ma non non nuovo ad esperienze “scolastiche”, Emanuele Pruneri conferma la bontà del percorso sperimentale all’Isis Stein.
“Iniziative come questa dell’Ufficio Scolastico di Varese valgono prima di tutto per far capire agli studenti ogni aspetto dello sport paralimpico – risponde Pruneri – Nel basket è facile. Basta metterli a sedere in carrozzina con una palla in mano ed ecco che tutto ciò che vedono fare in campo a chi gioca in carrozzina diventa tutto più difficile. Poi naturalmente conta molto informare e promuovere per far arrivare il messaggio in ogni casa, ospedale e il più lontano possibile. Quando allenavo a Cantù, nel 2006 vidi arrivare in palestra per la prima volta il nostro Geninazzi. Jacopo, amputato di una gamba per un carcinoma, era morto dentro. Trovare in palestra ragazzi amputati come lui che giocavano a basket e giravano con la protesi in calzoncini corti senza nessun problema, gli cambiò la vita”.
Uscendo da una scuola, al coach il compito del pagellino Handicap Sport di fine quadrimestre.
“Sono trascorsi solo pochi mesi dal mio arrivo a Varese dove in realtà ero già presente l’anno scorso nello staff di coach Daniele Riva. Insieme hanno scelto di percorrere la via più difficile ma per una realtà come la nostra inevitabile: quella dei giovani con i giovani. Giovani da inserire poco per volta all’ottima base costituita da gente esperta come Geninazzi, Damiano e Roncari.
Le ambizioni tricolori dobbiamo per forza lasciarle a squadre con grande disponibilità e economica come la Briantea, Porto Torres, Giulianova e Macerata. Il nostro obiettivo è una salvezza tranquilla arrivando il più vicino possibile alle fantastiche quattro. Per crescere dobbiamo lavorare tanto e siamo noi i primi a saperlo. L’Handicap Sport in questi ultimi anni della sua splendida storia ha vinto e conquistato tanto. Oggi la situazione generale e le diverse modalità del campionato impongono scelte necessariamente accurate. Detto questo, lo dico da non varesino, Varese e la Pallacanestro Varese devono essere orgogliose della squadra di basket in carrozzina che, non dimentichiamolo, fornisce giocatori alla Nazionale e gioca nel campionato che comprende le più forti squadre italiane”.