Il Centro regionale per ciechi Sant’Alessio di Roma ha accolto a braccia aperte Oney Tapia, argento alle Paralimpiadi di Rio nel disco F11 e ambasciatore dell’Atletica paralimpica italiana. Il lanciatore italo-cubano, oggi impegnato come ballerino-concorrente nella trasmissione televisiva Ballando con le Stelle, è stato acclamato da una platea gremita di bambini e ragazzi non vedenti che, accompagnati dalle loro famiglie, hanno assistito con attenzione ed emozione all’esemplare racconto di vita del campione paralimpico.
Il primatista tricolore del peso e del disco, che ha perso la vista a seguito di un incidente sul lavoro sei anni fa, ha rivelato quanto lo sport gli sia stato di aiuto per “scoprire le cose belle che avevo dentro e che ognuno di noi può trovare. Noi ciechi conosciamo il segreto della vita, non dobbiamo mettere mai limiti alle occasioni, possiamo fare quello che vogliamo. Io non avrei mai pensato di raggiungere il fantastico risultato di Rio in così poco tempo, soprattutto dopo che nella mia vita non avevo mai preso un disco o un peso in mano. Nel 2013 mi sono presentato alla finale di Coppa Italia Lanci a Siracusa e lì è arrivato improvvisamente il record italiano di disco”.
Il messaggio è chiaro: “Dobbiamo fare tesoro delle disgrazie, piangersi addosso non serve a niente, bisogna agire, provare e riprovare, confidando che l’amore per la vita regala speranza”.
L’atleta 41enne, in forze alle Fiamme Azzurre, parla anche della sua esperienza a Ballando, importante per dimostrare al pubblico che i ciechi sono persone normali che non hanno bisogno di favoritismi o pietismi.
L’ultimo pensiero va ai genitori dei ragazzi non vedenti: “Coltivate i sogni dei vostri figli, voi siete la pedina principale per sostenerli. Forza e coraggio, il lavoro verrà ripagato”.
All’incontro ha partecipato anche il Presidente della Fispes Sandrino Porru:
“La mia Federazione, insieme al Comitato Italiano Paralimpico, è impegnata da sempre a promuovere lo sport per persone con disabilità in cui vengono esaltate le abilità residue. Questo è un grande dono per noi stessi e per tutti coloro che incontriamo.
Oney è l’esempio di quanto la cecità non sia vedere con gli occhi ma significa farlo con la mente e con il cuore, crescendo insieme in modo diverso. Questa giornata al Sant’Alessio è un piccolo percorso che mette al centro la persona per la costruzione di una società civile migliore”.
Queste le parole Presidente del Sant’Alessio Amedeo Piva: “Il nostro Centro sta facendo un grande lavoro di innovazione grazie ad iniziative come queste. Un ringraziamento speciale va ad Oney per averci dato l’opportunità di condividere questo momento di riflessione. Il racconto delle sue esperienze vuole essere uno stimolo per le nuove generazioni di non vedenti che frequentano il nostro istituto ed un modo per avvicinarle allo sport e a tutte quelle discipline sportive aperte alle disabilità visive”.
FISPES Ufficio Stampa
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