La scuola comincia ma non per tutti

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Ricevo da Piera Sciacca, presidente dell’Associazione Bambini in Braille di Brescia:
Scaldiamo i motori. La scuola sta per cominciare. Bambini e ragazzi fanno la fila in libreria per reperire materiale e libri scolastici. Molti li hanno già a casa da spulciare assaporando il profumo della carta che in questo momento vibra nell’aria.
Non tutti. Gli studenti con disabilità visiva della provincia di Brescia hanno si i libri pronti in versione braille, informatica o ingrandita ma aimè, non possono averli, nonostante già a giugno noi genitori avevamo l’elenco dei testi adeguati dai maestri trascrittori del nostro Centro ad ogni singolo ragazzo in base alle proprie esigenze visive. Si perchè il Centro Non Vedenti di Brescia è il “nostro Centro”.
Parlo di noi famiglie e non solo dei ragazzi non vedenti ed ipovedenti; un ente di diritto privato ma finanziato interamente da enti e patrimonio pubblico che ci aiuta nella crescita dei nostri figli dal punto di vista scolastico, lavorando sulla progettualità e la continuità didattica a lungo termine senza interruzioni o lacune come succede invece nella scuola.
I libri rimarranno sugli scaffali del Centro non vedenti finchè le lungaggini burocratiche legate alle nuove linee guida sull’inclusione scolastica emesse qualche mese fa da Regione Lombardia non daranno il via ai nuovi iter validi per tutta la regione.
Dobbiamo attendere! Comincerà la scuola, tutti gli studenti avranno i libri sui banchi.
I nostri figli no!
Grazie Regione Lombardia, grazie dottor Maroni per questo bel cambiamento!
Noi famiglie siamo in totale caos. Noi famiglie ci troviamo a dover spiegare agli assistenti sociali o ai funzionari dei Comuni di che cosa ha bisogno un bambino con deficit sensoriale a scuola. Loro che dovrebbero sapere la differenza tra un assistente alla persona ed un assistente alla comunicazione ci mettono nel panico interpretando la legge a loro piacimento a causa dei “tagli della Regione”!
Per noi famiglie della provincia di Brescia la scuola era l’ultimo dei pensieri.
Invece, questa scuola, nel 2017 non è ancora preparata ad accogliere le diversità in modo specifico.
Noi genitori bresciani fino a ieri avevamo la certezza che qualsiasi problema potesse nascere solo dall’inclusione dei nostri bambini. La nostra “maestra di braille” sapeva il perché di tutto: atteggiamenti un po’ strani, difficoltà di apprendimenti dovuti alla percezione della realtà, posture non convenzionali e tanto tanto altro.
Se poi il pc o la barra braille non funzionava c’erano sempre i tecnici del centro, super disponibili a risolvere i piccoli problemi quotidiani
Cautelati? Coccolati? Si proprio tutto questo! Si, eravamo in una botte di ferro e non mi pare una colpa, visto che già seguire i nostri bambini ci risulta un tantino più complesso del normale, senza autocommiserazione ma con la piena consapevolezza che dobbiamo sgobbare un po più degli altri, per dare ai nostri bambini le pari opportunità che meritano.
Noi abbiamo bisogno di supporti specifici e adeguati.
Supporti pedagogici non assistenziali!
Necessità che ci riesce difficile far comprendere anche alla Regione che ha scelto di dare la competenza sulla disabilità sensoriale alla Sanità e non all’Istruzione.
Ma oggi che la legge è cambiata, bisogna prenderne atto. Dobbiamo tirar su le maniche e darsi da fare, come se non avessimo già abbastanza da fare. Dobbiamo sensibilizzare, informare, supportare anche tutte gli altri genitori che per mille motivi hanno difficoltà e che non conoscono i cambiamenti legislativi.
La nostra Associazione Bambini in Braille si è organizzata in gruppi di lavoro che hanno informato telefonicamente tutte le nostre 150 famiglie comunicando le nuove procedure di attivazione dei servizi per l’inclusione scolastica non note a tutti; procedure che richiedono la presentazione di documenti senza i quali i nostri figli non hanno diritto a niente!
L’Ats ha pubblicato sul suo sito l’elenco degli enti erogatori. Tra questi ci sono, cooperative rispettabilissime, ma che con assoluta certezza non hanno la storia e l’esperienza di un Centro come il nostro Centro attivo da quarant’anni.
Siamo certi che la richiesta del sindaco Del Bono e del presidente della Provincia Mottinelli rivolta al presidente Maroni relativa all’apertura di un tavolo tecnico per discutere sul futuro del Centro Non Vedenti di Brescia non tarderà ad arrivare, ma se questo non dovesse accadere siamo pronti ad alzare la voce affinché l’opinione pubblica venga informata sul grave errore commesso.