La Nazionale di volley sorde decolla per l’europeo “in casa”

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La Nazionale di volley femminile sorde ha lasciato l’Istituto delle Suore Dorotee di Cemmo dove le azzurre di coach Alessandra Campedelli hanno sfuttato al meglio  una delle rare possibilità di allenarsi insieme e per cinque giorni, nell’ambito del progetto “Volare oltre i limiti”,  ad un mese e mezzo dal campionato europeo in programma a Cagliari dal 6 al 16 giugno.

Nel corso del raduno in Valcamonica organizzato dal Pio Istituto dei Sordi e dal Centro Sportivo Asteria di Milano, con il coordinamento del direttore tecnico Loredana Bava (nella foto a sinistra con Stefano Cattaneo), l’Italia ha giocato un’amichevole con il Montecchio, formazione di serie D, davanti ad un buon numero di spettatori che hanno potuto assistere dal vivo all’Inno di Mameli con la lingua dei segni ormai marchio di fabbrica delle azzurre.
Interessante e partecipato anche l’incontro pubblico nella serata di proiezione del film documento “Il rumore della vittoria” che racconta i primi passi del movimento sportivo dei sordi, realizzato dal regista Antonino Guzzardi e dalla capitana della nazionale di volley femminile Ilaria Galbusera. Protagonisti del dibattito la stessa Galbusera con la compagna di squadra Alice Tomat e il polivalente atleta Giuseppe Romele della Polisportiva Valcamonica.

“Quello del volley sorde è un progetto iniziato ormai dieci anni fa con l’obiettivo di formare una squadra nazionale di buon livello tecnico – attacca  Loredana Bava – La medaglia d’argento ai Giochi è stato un grande quanto inaspettato risultato che insieme all’Inno di Mameli con la lingua dei segni hanno moltiplicato la nostra visibilità in più direzioni, arrivando a ragazze che conoscono la lingua dei segni, a quelle che sentono grazie all’impianto cocleare o alle protesi, come alle ragazze che segnano e parlano.
Un eco benefico utile a far conoscere la sordità rendendola meno invisibile”.

“La medaglia d’argento ai Deaflympics 2017 è stato un risultato straordinario – interviene Alessandra Campedelli – ma il difficile viene ora perchè dobbiamo consolidare quanto abbiamo costruito in pochissimi anni per crescere in qualità e numeri. Le Olimpiadi ci hanno dato nuova e più ampia visibilità con la conseguenza che molte ragazze sorde si sono avvicinate alla nostra attività mettendomi nella condizione di poter scegliere tra un numero maggiore di praticanti le atleta potenzialmente in grado di vestire la maglia azzurra. Giocare un campionato europeo in Italia non sarà facile. Avremo addosso gli occhi di tutti, oltre alle aspettative di medaglia che nessuno di noi vuole  nascondere. Dal mio punto di vista la difficoltà maggiore è quella di non conoscere il livello delle nostre avversarie perchè non possiamo sapere se e quanto sono migliorate o di quale organico dispongono. Condizione che non ci permette di preparare la partite come si dovrebbe.  In questo raduno a Cemmo così come nel prossimo a Verona e quello direttamente a Cagliari abbiamo allenato e dovremo curare ogni aspetto tecnico ma anche quello mentale per farci trovare pronte in ogni situazione, limitando il più possibile ogni eventuale sorpresa”.

“Il nostro Istituto – dice Stefano Cattaneo, direttore del Pio Istituto dei Sordi Milano – ha iniziato quattro anni fa l’impegno nell’ambito della pratica sportiva dei sordi raccogliendo la sollecitazione del giornalista paralimpico per eccellenza e carissimo amico, oggi nostro socio benemerito, Claudio Arrigoni. Dall’incontro con il direttore tecnico del volley femminile Loredana Bava è nato uno splendido rapporto. Il loro esempio ha fatto si che anche altre squadre di altre discipline si avvicinassero a noi, nello specifico di basket e rugby, generando in questi ultimi anni dei raduni polisportivi a Milano e a Varese utili oltre che per l’aspetto tecnico anche per la promozione, la visibilità e il reclutamento di sempre più ragazzi e ragazze con disabilità uditiva. Gli ottimo risultati raggiunti da queste atlete aumentano la nostra determinazione nel restare al loro fianco nell’agonismo e nell’amplificare il messaggio dell’inclusione delle persone sorde nella nostra società”.