Mael e Ricky: “Emozioni, amicizia, incontri che restano”

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Abitano a più di mille km di distanza ma le loro mamme si scrivono da tempo per condividere pensieri, domande, risposte e opportunità. Per Mael e Ricky l’occasione giusta di incontrarsi è arrivata grazie allo sport, sulla neve dell’Abetone, appena in tempo per sentire in quel momento solo parlare dell’uragano Corona Virus in arrivo.

Insieme, raccontandosi esperienze e condizioni diverse con le stesse necessità, speranze, sogni e conquiste. Il filo che unisce Mael e Ricky lo tirano le rispettive famiglie con in testa le mamme Ilaria e Valeria.

Oltre a Mael, Ilaria ha altri due figli e vive con il marito nella cittadina francese di Lilla. Vedere le foto e i video di Ricky impegnato in ogni attività per i bambini non vedenti e ipovedenti proposta in Italia dal “totem” Daniele Cassioli, l’ha convinta ad eliminare dubbi e distanza.
Si perchè Mael come Ricky non vede dalla nascita ma entrambi sono capitati a genitori che vedono benissimo quello che possono e devono fare i loro figli, determinati a crescerli come ogni altro bambino dovrebbe.
Per Ilaria e Mael due ore di treno da Lilla a Parigi, un’ora di aereo per atterrare a Milano e infine quattro ore di auto per arrivare sull’Appenino toscano, accolti da Ricky con mamma e papà arrivati con meno tappe da Cuneo. 

Tra le due mamme poco da dirsi perchè molto si sono scritte, tanta la gioia di incontrarsi e condividere giornate importanti per chiunque le viva, bambino, genitore, volontario, operatore o albergatore che sia.

Valore aggiunto per Mael è conoscere Dibi, ex poliziotto di servizio al fianco dei Freerider oggi volontario a tutti gli effetti nello staff tecnico della stessa associazione, che Ricky ha già conosciuto qualche settimana prima a Cavalese in occasione di Giocampus Neve. Per entrambi i bambini è l’occasione di respirare l’atmosfera di una tappa dello Ski Tour organizzato, all’Abetone in collaborazione con il GS Unità Spinale Firenze, dall’associazione varesina Freerider Sport Events che da 17 anni distribuisce l’insegnamento dello sci da seduti in tutta Italia.

L’entusiasmo senza limiti di Ricky contagia da subito Mael che a sua volta supera di slancio l’ostacolo “lingua” adottando l’alfabeto universale della voglia di vivere e condividere. Il “maestro” Dibi non resta solo. Nicola, responsabile tecnico Freerider, al pari di Veronica anche lei maestra di sci, si uniscono all’allegra compagnia illuminata dai sorrisi dei due allievi che scivolano sulla neve sempre più liberi per poi inforcare il piattello dello ski-lift sempre più autonomamente.

“Il nostro primo incontro con l’associazione Freerider è stata un’esperienza pazzesca – dice Valeria – Abbiamo finalmente conosciuto Mael, con la cui mamma ci scriviamo da un po’ di anni. Abbiamo ritrovato il maestro Dibi, che Ricky ha adorato fin dal primo incontro in Trentino, beneficiando della competenza e dell’allegria della grande famiglia Freerider con in testa Nicola che ha accolto a braccia aperte i nostri bimbetti non vedenti dedicando loro attenzione e professionalità. Ricky ha consolidato la tecnica e imparato cose nuove migliorandosi. Vederlo così sicuro è per noi un gran regalo, perché prima non avremmo detto che potesse appassionarsi così allo sci. L’amicizia con Daniele Cassioli e lo staff della sua neonata associazione Real Eyes Sport ci stanno aprendo porte importanti che lasceremo spalancate per ritrovare al più presto amici come la Freerider e gli splendidi operatori della Polizia di Stato di Moena angeli custodi dello ski tour, donatori sani di sicurezza, assistenza, sensibilità e amicizia”.

Ai Freerider è arrivato un messaggio anche da Lilla.
“Rientrati a casa – le parole di Ilaria – Mael ha continuato a raccontarmi le sue sensazioni sulla tre giorni all’Abetone arrivando a dirmi addirittura: ‘mamma mi sento un po’ perso’. E’ stato un lungo viaggio ricco di momenti che ci hanno regalato grandi emozioni e incontri che restano”.

Incontri che restano, privilegio per chi li vive, merito di chi li favorisce e di chi è determinato a viverli.