Dash to Cortina di corsa, in bici e a nuoto verso l’inclusione

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Cinque giorni in cui non importava da dove si veniva, quanto si fosse allenati o quale fosse il proprio ruolo. Contava solo esserci. Per guidare, caricare e scaricare, montare e smontare, pedalare, correre, nuotare. Per condividere ogni tappa, ogni fatica, ogni emozione.
Sotto la pioggia sui passi alpini, tra il vento e le risate, ad aiutarsi quando le forze calavano e a festeggiare ogni piccolo traguardo: così è andata “Dash to Cortina”, iniziativa benefica nata da un’idea di Massimo Plebani condivisa con la figlia Veronica ‘Yoko’ alla vigilia della sua quarta Paralimpiadi, dopo quelle invernale di Soci 2014 nello snowboard, Rio de Janeiro 2016 nel kayak e Tokyo 2021 con la medaglia di bronzo nel triathlon.“Scherzando con mia figlia Veronica, le dissi che se si fosse qualificata per la sua quarta Paralimpiadi l’avrei raggiunta a Parigi a piedi” – racconta Massimo Plebani, aggiungendo –
“In seguito, partendo da quell’input, mi è venuto in mente di trasformare questa sfida in un movimento collettivo, in cui coinvolgere aziende lungimiranti in un progetto sociale che promuovesse lo sport e mirasse a sostenere le associazioni che aiutano i paratleti”.

Conclusa l’esperienza di “Dash to Paris” illuminata da ‘Yoko’ con la sua medaglia d’argento nel triathlon, Plebani ha rilanciato l’idea riunendo vecchi amici e imbarcando nuovi compagni di viaggio che insieme hanno trasformato i quasi 500 km tra Monza e Cortina, passando per Bormio, Santa Caterina in Valfurva, Ponte di Legno, Molveno, Madonna di Campiglio, Corvara, in un percorso di solidarietà, coraggio e condivisione. Un cammino dove lo sport diventa un linguaggio comune, capace di unire chi ha appena noleggiato una bici a chi pedala da una vita, chi corre per qualche chilometro a chi scatta senza fatica, chi osserva dalla riva e chi si tuffa nell’acqua gelida del Lago di Molveno.

Ogni momento difficile è stato superato grazie alla forza del gruppo. Nessuno è rimasto indietro. Nessuno si è sentito solo ma parte di una squadra che ha visto la partecipazione del triatleta Alessandro Fabian, la maratoneta Valeria Straneo, l’atleta amatoriale e showgirl Justine Mattera, l’ex campione di sci Kristian Ghedina e l’ex ct del ciclismo azzurro Davide Cassani.
Perché “Dash to” non è una competizione. È un viaggio che lascia il segno.
Un’esperienza che accende energie nuove in ogni suo singolo partecipante e non solo,
che contagia, che avvicina. Un atto di generosità che prima ancora di aiutare gli altri, cambia chi lo compie. Perché lo sport, quando è davvero per tutti, sa diventare un modo potente per costruire legami, abbattere barriere e affermare che l’inclusione non è un obiettivo, ma un diritto.

“Oggi – riprende Plebani – siamo in grado di portare nelle aziende un messaggio di inclusione e valori importanti, raccogliendo tanta partecipazione, oltre ai fondi destinati alleassociazioni che operano in ambito paralimpico e parasportivo. Il nostro sforzo nella divulgazione di questo messaggio è costante e, grazie anche ai nostri ambassador e testimonial, conduciamo un lavoro quotidiano per aumentare l’attenzione verso il mondo paralimpico. Dopo “Dash to Paris” (25.000 persone coinvolte, 70.000€ donati in beneficenza) stiamo ora vivendo la bellissima esperienza di “Dash to Cortina”, con l’ambizione di coinvolgere sempre più persone in ‘Dash to Los Angeles2028’”.

Il movimento “Dash to” è entrato a far parte di Italia dei Giochi, programma ufficiale di Milano Cortina 2026 promosso da CONI e CIP, che punta a diffondere sport, inclusione e sostenibilità.You tube
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