Varese-Nuova Zelanda: Paradiso andata e ritorno..low cost

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Una terra in cui ci si vergogna anche solo pensare di buttare una carta per terra. 67.000 biglietti staccati per assistere ai campionati del mondo di canottaggio. Aree verdi e bordi delle strade curate come giardini. Case senza recinzione, centri città da America anni 60 dove luccicano anche i porta rifiuti. Insomma, la Nuova Zelanda, terra mitica dei sacerdoti neri del rugby mondiale, è un Paradiso. Ecco perché ci vogliono 25 ore di aereo per meritarsi il diritto di calpestarne il suolo. Con i miei compagni di viaggio Stefano Caragnano e Catriona Cameron siamo gli occhi e le orecchie della Canottieri Varese che non contenta di aver in mano i campionati europei del 2012 punta decisa in una sorta di due di coppia insieme alla Provincia di Varese, nel conquistare anche l’organizzazione dei mondiali “Master” 2013 e quella degli assoluti 2015. Un filotto che offrirebbe alla nostra provincia il secondo passaggio di quel treno chiamato desiderio sfrecciato via in bicicletta ai mondiali di ciclismo del 2008. Ammirando il guerriero “Maori” ad honorem Marco Callai, iper attivo addetto stampa azzurro, inviare un comunicato ad ogni battito di ciglia, per chi non è propriamente un rowing-man come il sottoscritto, assolti gli obblighi di cui sopra le priorità diventano due: smaltire il fuso orario e far del bene ai responsabili del merchandising. La prima è un bel problema. Rintronato di giorno, autentica civetta di notte. La seconda è invece una Messa, ma le letture sono solo quelle della mia carta di credito. Tre invece gli incontri fantastici. Al primo posto quello con i “Maori” in carne ed ossa.
Va bè non è che gli ho incontrati in quel che si direbbe il loro scenario naturale ma, come diceva Agnelli ai suoi operai: “nella vita bisogna anche sapersi accontentare”.
Seconda posizione per Fay Ho. Un “donnino” di Hong Kong, funzionaria del suo governo e responsabile del settore adaptive rowing della FISA (Federazione mondiale del canottaggio). Fay (mi allargo un pò…) è l’ideatrice di un progetto con le scuole del suo Paese che ha messo in barca 6500 giovani disabili in 3 anni! Sul terzo gradino del podio, l’emozione di aver trovato il teschio di un mio antenato neozelandese.
Prova inconfutabile della parentela? La misura! Superate anche le 30 ore di volo per tornare a casa, pur annebbiato dal fuso, un pensiero resiste. Nel 2008 il ciclismo ha fatto la sua volata lasciando il deserto. Per Varese c’è ora la possibilità di una rivincita. In nuova Zelanda la parola “giardino” ha un significato un po’ diverso ma, guardando il nostro lago dal ponte dell’autostrada un piccolo Karapiro ce l’abbiamo anche noi. La sentenza per l’assegnazione del mondiale 2015 verrà emessa il 5 settembre 2011. Varese, ai remi!