Amici si ma…

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Tra i vantaggi di una giornata condivisa da due atleti non vedenti c’è il risparmio di due spogliatoi separati anche se, come nel caso di Daniele Cassioli e Martina Rabbolini, di sesso diverso. E’ cominciato così l’incontro tra i due atleti al Centro Tecnico Federale dello Sci Nautico di Recetto. In veste, si fa per dire, di padrone di casa il sire assoluto dello sci nautico per disabili mondiale Daniele Cassioli, ospite attesa e aspirante sciatrice la nuotatrice paralimpica Martina Rabbolini, protagonista alle Paralimpiadi di Rio con lo squadrone della Finp capace di regalare all’Italia 13 medaglie. Martina quando è fuori dall’acqua sorride si ma boccheggia come un pesce appena pescato. Quindi accorcia tempi e convenevoli per fiondarsi nello spogliatoio e infilarsi il costume, più adatto al nuoto che allo sci nautico ma per la sua prima volta può andare anche perché, come dice Daniele, “per me può vestirsi come vuole tanto per me è lo stesso””.
E mentre fa la sua battuta Daniele che, sempre come dice lui, “ormai in questo Centro mi muovo ad occhi chiusi”, mette la mano sulla maniglia della porta dello spogliatoio, Come sa “vedere” Daniele sa benissimo “sentire” e infatti, sentendo il mio movimento brusco nello stupidissimo e inutile gesto di fermarlo, mi tira l’ultima sberla virtuale con un sorridente “tranquillo che una volta dentro mi giro di schiena!”.
Una giornata fantastica che andrebbe ripresa, adottata dalle Scuola e regalata a tanti genitori come una lezione preziosa. Un incontro nato dall’amicizia di due ragazzi non vedenti che sanno farti vedere come non sei abituato a vedere.
Martina che ci fai qui a poco più di una settimana dalle fatiche di Rio, per di più senza genitori?
“Ebbene si, mi hanno abbandonata in tangenziale e Daniele mi ha raccolto – risponde pronta come pronta è la risata che segue – L’incontro di oggi l’avevamo deciso molto prima di Rio – racconta la Rabbolini – Era una promessa che avevo strappato a Daniele in una serata a Varese dove lui si raccontava e raccontava la sua passione per lo sci nautico dove ha vinto, mica una volta sola, tutto quello che un atleta può vincere.
Poi abbiamo approfondito l’argomento quando Daniele mi ha curato una spalla messa male e la curiosità di provare il suo sport è cresciuta. Non appena tutti e due abbiamo potuto abbiamo combinato ed eccoci qui”.
Responsabile numero uno di questo open day che dovrebbe preoccupare la Finp è Daniele Cassioli.
“La responsabilità va equamente divisa – risponde Cassioli sghignazzando –
Con Martina è nata una bella amicizia e volevo farle provare lo sport che amo, visto che io il nuoto l’ho provato eccome perché è la prima cosa i miei genitori mi hanno fatto fare da bambino”.
Nell’ultimo anno quel video che gira sul web intitolato “Daniele Cassioli, un ragazzo normale” ha fatto si che molti genitori ti hanno contattato per portarti i figli da incamminare sulla tua stessa strada asfaltata di autonomia.
“Devo ammettere che queste richieste e i relativi incontri mi stanno dando più soddisfazione delle medaglie, dei titoli e dei record. Ma la cosa bella è che non si tratta solo di non vedenti. Proprio in questi giorni è venuto qui a Recetto per provare anche un ragazzo in carrozzina”.
Ma dal primo approccio ad un minimo di autonomia quanto deve passare?
“Beh, se uno ci vede o cammina è tutto più semplice! – e giù un’ altra risata –
Per una persona con disabilità è un po’ più complesso ma io e i ragazzi che sciano da seduti con me siamo la prova vivente che si può fare. Si comincia con una sbarra montata sulla fiancata del motoscafo per fare in modo che l’appoggio per il principiante sia più stabile. La sbarra è molto più comoda per chi non vede perché si sentono bene le indicazioni dell’istruttore altrimenti troppo lontano e coperto dal rumore del motore. Poi si passa alla corda attaccata alla sbarra, poi alla corda lunga dietro il motoscafo e infine con un solo sci”.
Martina, com’è andata?
“Bellissimo ma diversissimo da ogni altra cosa che ho fatto prima di oggi.
Premesso che l’acqua è il mio elemento naturale, il primo ostacolo da superare è stato quello di capire la posizione sugli sci. Una volta trovato un minimo di stabilità ho provato la strana sensazione di essere sull’acqua anziché immersa come sono di solito. Sicuramente questa prima volta volta non resterà la sola ma la Finp stia tranquilla perché nel mio cuore c’è il nuoto tutta la vita”.
Rio è già un lontano ricordo?
“Nooooo! Le foto e i video mi stanno tenendo vive tutte le sensazioni e le emozioni di un’avventura fantastica. Ho ancora sulla pelle il brivido della cerimonia d’apertura. Sfilare alle Paralimpiadi in uno stadio stracolmo di gente ed entusiasmo era il sogno di una vita ed è il sogno di qualsiasi atleta. Il mio allenatore Andrea Caruggi è contentissimo. Lui purtroppo è rimasto a casa ma ci sentivamo ogni giorno.
La gara che più mi ha soddisfatto è stata quella dei 400 stile dove ho abbassato di 8 secondi il mio personale”.
Al mondo intero così sensibile durante e nell’immediato post Paralimpiadi sembrerà strano ma dietro l’angolo di tanta gioia di chi ha nuotato da protagonista a Rio c’è la preoccupazione di quando e dove poter riprendere ad allenarsi. Tu come sei messa?
“Io riprenderò il 17 ottobre nella piscina Manara di Busto Arsizio dove mi alleno ormai da un po’ ma fino a quel giorno il mio unico impegno sarà farmi un bel tatuaggio”.
Daniele quanto rosichi al cospetto di un’atleta che ha partecipato alle Paralimpiadi?
“Eh bravo, gira il coltello nella ferita. Tanta invidia, assolutamente bonaria ma invidia, invidia, invidia. Essere campione del mondo in una disciplina non compresa tra quelle delle Paralimpiadi fa si che mi manchi qualcosa. Per chi come me ama lo sport e ne ha fatto una ragione di vita non poter vivere un evento di tale portata è un dispiacere grande. Forse è destino che sia così visto che al primo tentativo di rimettermi in gioco sulla neve per giocarmi la possibilità delle Paralimpiadi invernali sono caduto malamente fratturandomi una clavicola. Ma la vita è piena di sorprese e quindi non si sa mai. E comunque, a Martina rilancio con il mio mondiale dell’anno prossimo in una splendida località dell’Australia”.
Martina, questo provoca…
“E va beh allora io metto sul tavolo il mio mondiale in programma in Messico esattamente tra un anno, questo vuol dire che ho davanti altri dodici mesi belli tosti pieni di scuola, piscina e compiti”.
E il buon Cassioli, oltre a patire le solite pene per colpa della sua “maggica Roma” cosa farà?
“Sportivamente parlando devo sciare sfruttando il più possibile il clima favorevole. Professionalmente sarò impegnato nel mio studio di fisioterapista al medical Group di Castellanza. Poi dovrò iniziare quanto prima la preparazione a secco e successivamente tornare il prima possibile in acqua per il mondiale in programma in aprile”.
Le ore di luce di un giorno così speciale sono troppo poche.
Sul Centro Federale di Recetto si avvicinano le prime ombre ma quando si ha la fortuna di vivere una giornata così il buio non esiste, al massimo è un fastidio per me che credo di saper vedere, non certo per i due protagonisti che vedono e sentono molto di più. La luce resta ed è quella che sanno accendere ogni volta ad ogni incontro Daniele e Martina. Un ragazzo e una ragazza. Due atleti che pur essendo solo amici possono cambiarsi insieme nello stesso spogliatoio perché raccontano di essere amici, ma in realtà, non si possono vedere.