Angela e Massimiliano Gibellini hanno donato il loro trofeo anche quest’anno con 40,750 motivi per essere orgogliosi di quanto raccolto con la seconda edizione di “Fuck the Cancer”, nel ricordo di una figlia che ha lasciato nel cuore dei suoi genitori tutta la forza e la determinazione che la vita non le ha dato il tempo di spendere direttamente.
Un assegno virtuale con una cifra reale che va ad aggiungersi a quelli raccolti nel 2016 per un totale ormai vicino ai 100.000 euro sufficienti a coprire la realizzazione di almeno due camere sterili nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’Ospedale del Ponte di Varese. “L’anno scorso, pensando ad un’asta benefica a favore della Fondazione Giacomo Ascoli – ha ricordato ‘papà Gibe’ – avevamo come obiettivo la copertura economica per realizzare una delle tre camere del progetto caro alla stessa Fondazione. In soli due anni, grazie all’impegno commovente dei miei amici della Curva Nord del Varese e di tante altre persone di ogni parte d’Italia e non solo, siamo andati ben oltre le aspettative e quindi da parte nostra siamo determinati a continuare sostenendo la Fondazione affinché stia col fiato sul collo della politica perchè agli oltre 100 bambini oggi in cura o che fanno riferimento al Day Hospital di Varese vengano garantite infrastrutture e accoglienza adeguate”.
“Così come accadde con nostro figlio Giacomo nel momento in cui costituimmo la Fondazione a suo nome – ha detto Marco Ascoli – anche Erika non è più solo figlia di Massimiliano e Angela ma di tutti coloro che mantengono vivo il suo spirito. Questa iniziativa è la prova evidente di quanto dico. Certamente in prima fila c’è l’impegno dei ragazzi della Curva Nord del Varese ma forse nemmeno loro si rendono conto di quanto ‘Fuck the Cancer’ sia andata oltre ogni intenzione e limite. Un percorso che ha molto in comune con quello della nostra Fondazione nata nel 2009 per realizzare una unità varesina che si collegasse alle cliniche di oncoematolgia pediatrica di Milano, Monza e Pavia, contribuendo alla ricerca e al mantenimento di medici specializzandi. Oggi possiamo dire che Varese è un centro di riferimento importante con medici specialisti di prim’ordine in stretto e continuo contatto con i colleghi degli altri centri in Italia e all’estero.
La determinazione che vedo nei ragazzi della Curva Nord è la stessa che anima dal 2009 i nostri medici e i nostri volontari. Impegno e volontà che intendiamo moltiplicare negli anni a venire”.
Ancora una volta la Varese più bella è stata capace di fare squadra e vincere. Purtroppo non ancora la guerra ma sempre più battaglie contro il cancro.
La qualità più grande di “Fuck the cancer” è il saper mettere insieme maglie diverse, colori diversi, diverse provenienze, passioni, fedi. Tanto di diverso unito nell’attenzione per gli altri, convinto sul fatto che Giacomo Ascoli, Erika Gibellini e molti altri bambini che non ce l’hanno fatta siano diventati figli di un’unica grande famiglia. Così come la Curva Nord del Varese ha saputo aprirsi anche i rivali più lontani per maglia e passione a loro volta pronti a rispondere all’appello di “Fuck the cancer”, alimentandone l’eco contagioso quanto benefico. Ma il valore aggiunto della festa di oggi alla Cucina Altamura di Viale Borri, com’è capitato ieri e come capiterà domani in altre occasioni, dev’essere sempre e comunque quello di far arrivare energia al Day Hospital del Del Ponte dove sono protagonisti ogni giorno, instancabili e a testa bassa contro il male, medici, infermieri, volontari, genitori e i bambini, i nostri bambini, uniti in un coro assordante: fuck the cancer!