Si chiama sogno la sfilata che mi vedrà in passerella sabato 8 luglio a Roma, a rappresentare i capi realizzati dagli studenti dello IED. Proprio io che non vedo ho sempre preferito sognare ad occhi aperti piuttosto che farlo di notte. Nei sogni ad occhi aperti le cose succedono veramente, non sono desideri espressi dall’inconscio. Allora non posso non parlarvi della giornata di venerdì, quella che precede la sfilata. Volevo assolutamente ottimizzare il mio viaggio a Roma, non potevo fare un soggiorno nella città eterna per un motivo solo! Allora ho deciso di replicare il sogno a occhi aperti che ho vissuto il 2 giugno sulle acque di San Gervasio Bresciano. Voglio una giornata di sci nautico in cui siamo più ciechi che vedenti! Sto diventando di casa nella Capitale e i rapporti preziosi sono sempre in aumento. Tra questi c’è l’amicizia con Noemi Mescolotto, terapista occupazionale che tutti (e dico tutti!) i giorni lavora con persone non vedenti di tutte le età.
“Noemi ciao. Senti io sarò a Roma l’8 luglio per una sfilata, non è che il 7 portiamo qualche ragazzo a sciare?”.
Nemmeno finisco di parlare e lei mi dice quel sì che tanto speravo. Nelle pause tra una terapia e l’altra, tra un bastone bianco e un cane guida, tra un bambino da rimproverare e un po’ di autonomia da insegnare ha contattato diverse famiglie per proporre questa esperienza. Nel frattempo bisognava avere il sostegno dalla Fisw e da Sabina, presidente e anima del Club Sci Nautico di Fiano Romano, presso il Parco Nautico del Tevere.
Il risultato è che venerdì saremo davvero più ciechi che vedenti!
Ben 18 le persone con problemi di vista che si tufferanno in acqua per approcciarsi a questo fantastico sport. Queste giornate dimostrano la potenza dello sport.
Lo sport non solo da praticare, ma anche come pretesto per unire. Il bello è creare le condizioni perché questi ragazzi, insieme alle loro famiglie, si conoscano, si riconoscano e si confrontino sulle tematiche che riguardano il nostro mondo ancora troppe volte silenzioso. Si parlerà di sci nautico (e guai a chi non lo fa) ma anche di assistenti alla comunicazione, libri in braille o informatica, maestre, professori e tanto altro. Perché i genitori di un bambino non vedente sono costretti a sperimentare, cercare e trovare soluzioni ogni giorno. Proprio per questo darsi forza reciproca e scambiarsi informazioni è fondamentale. Con orgoglio dico che Per me è una soddisfazione indescrivibile poter contare su un mondo che frequento da anni e che si sta dimostrando pronto tecnicamente e umanamente a sostenere iniziative di questo tipo. Dunque grazie alla Federazione e grazie allo staff di Fiano Romano. Poi servono degli “addetti ai lavori”, servono figure emotivamente coinvolte che, oltre a fare bene il proprio lavoro, si spendano per lasciare qualcosa in più ai propri ragazzi. Noemi è proprio questo: lavora come terapista occupazionale e non è la prima volta che decide di dedicare il suo tempo, anche al di fuori del lavoro, a queste famiglie che tanto ama e accudisce come un dono. Al termine di questo sogno che non vedo l’ora di vivere eccoci alla sfilata di moda di sabato al Centro Guido Reni: quei 100 passi su una passerella racchiudono tanti significati per me. Rappresentare lo sport, degli studenti, la vita tutto in un colpo solo è un’opportunità e un privilegio stupendo! Questa esperienza nel mondo dell’alta moda è in collaborazione con il Sant’Alessio che è una struttura che eroga servizi e offre sostegno alle persone che non vedono. Il Sant’Alessio è la casa del piccolo Leonardo e anche, guarda caso, di Noemi che ci lavora come terapista occupazionale. Per qualche giorno ci sarà uno splendido legame tra me e questa fantastica realtà e spero tanto questa sinergia si rafforzi in futuro, perché è severamente vietato smettere di sognare.