Il cuore oltre l’ostacolo

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Per portare 15 ragazzi ciechi a sciare lo stesso giorno, tutti nello stesso posto, servono tanti ingredienti. Serve un luogo accogliente e a Fiano Romano ci siamo sentiti a casa dal primo all’ultimo istante. Poi serve la preparazione tecnica e la conoscenza del buio e delle paure a esso collegato e io, se permettete, di buio me ne intendo. Con me c’era anche Noemi, terapista del Sant’Alessio che passeggia tra ombre e residui visivi come se danzasse un ballo che conosce a menadito. Poi c’è Roberto: una montagna di affetto incondizionato che si trasforma in immagini, scrittura, aiuto e sostegno.
Non ci siamo fatti mancare niente: addirittura le più alte cariche istituzionali sono passate a farci un saluto e ringrazio il Presidente del Cip Luca Pancalli e il segretario della FISW Sandro Vanoi che hanno voluto farci avere il loro appoggio.
Qualsiasi tecnica, consapevolezza o conoscenza si riduce a zero se non c’è il cuore, se non c’è quella parte di te che ti spinge a fare quel passetto in più per i ragazzi e per queste famiglie che, ognuna a suo modo, ha una storia speciale, un vissuto da scriverci un libro.
Ieri ho visto questo al Parco Extreme del Tevere: tutti noi, ognuno con le proprie capacità, competenze e possibilità, ha fatto quel passo in più per rendere un normale venerdì lavorativo una giornata indimenticabile.
Noemi la conosco da un po’ e quel passo in più lo fa tutti i giorni.
Per l’organizzazione della giornata si è improvvisata centralinista e ha contattato tutti i ragazzi (a patto che fossero ciechi) per coinvolgerli.
La gioia più grande è stata vedere quel passo in più da persone che non conoscono il nostro mondo. Sciatori, atleti, istruttori, maestri: tutte le persone che frequentano il club romano hanno fatto quel passo in più, quel tuffo in più, quello sforzo in più per garantire il massimo del divertimento ai partecipanti.
Non è facile capire le esigenze di chi non vede se per la prima volta ti ci trovi a contatto, figuriamoci nel contesto del battesimo sugli sci.
Il cuore di tutti però batteva forte, talmente veloce che si alternavano in barca, in acqua e sul pontile persone cariche di entusiasmo e voglia di fare.
Questo è il vero segreto: riunire persone che si fanno coinvolgere emotivamente, che mettono in campo il cuore. Nessuna scusa, nessun lamento: solamente tanti battiti sincronizzati per realizzare tutti insieme un sogno a occhi aperti.
Ci sono ragazzi che sono riusciti meglio, altri che hanno fatto più fatica. Ma chi se ne frega?
Parallelo al venerdì sulla barca ce n’è stato un altro a pochi metri da noi nella splendida cornice del lago: tuffi, pedalò, scambi di opinioni, di sorrisi.
Perché anche queste famiglie si meritano di poter “cazzeggiare” al lago con i figli, anche loro hanno il diritto di poter sorridere ed essere orgogliosi di quello che sono e di quello che hanno.
Lo sci nautico è stato uno stupendo pretesto per provare nuove esperienze e se da qui nascerà un campione ve lo racconterò.
Intanto delle famiglie con la stessa “sventura” hanno vissuto una giornata diversa che, grazie al cuore di tutti, si è trasformata in un’opportunità indimenticabile per ognuno di noi.

Galleria fotografica a breve su danielecassioli.it