Festa della Montagna gran ritorno. Grazie Alpini Varese!

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I sei giorni della “Festa della Montagna” del Gruppo Alpini Varese sono volati via troppo veloci senza riuscire a ripagare appieno l’impegno dei volontari e la voglia di esserci anzi, di ritornarci di migliaia di persone che come sempre sono state bene facendo del bene.

Ma l’impegno resta. Insieme a numeri che parlano per chi vuole ascoltare e capire quanto l’appuntamento annuale sul piazzale dell’ex Grand Hotel Campo dei Fiori, come sempre riconsegnato molto meglio di come è stato ricevuto, sia apprezzato e utile, oltre ad esser educativo per i più giovani che hanno l’opportunità di conoscere un territorio che vivono distrattamente, capire come rispettarlo arrivandoci a piedi o con i mezzi pubblici, assorbire storia, cultura e attenzione per gli altri.

“Tornare al Campo dei Fiori dopo due anni in cui abbiamo dovuto forzatamente ripensare la nostra Festa nella sede in centro città – dice il Capo Gruppo della Penne Nere varesine Antonio Verdelli – ha permesso a tutti noi di ritrovare entusiasmo e ossigeno vitale. 

La partecipazione della gente della provincia di Varese, insieme a molti stranieri, moltissimi i bambini, è la conferma della bontà di questa idea generata tanti anni fa dai nostri “veci”, tra i quali l’inossidabile Silvio Botter, insieme all’indimenticabile Monsignor Tarcisio Pigionatti, diventata grande ed entrata nel cuore di chi ci dedica impegno al pari di chi ci arriva senza auto, quest’anno l’orario di chiusura della strada è più che raddoppiato, per un buon piatto della tradizione alpina, per le iniziative culturali e musicali e per la Santa Messa di Ferragosto in memoria dei caduti senza croce.

La preparazione di tutto ciò che la gente può godere durante i giorni della Festa è merito di un Gruppo comprendente le nostre donne di cui sono orgoglioso, impegnato da molto prima dell’inizio della Festa a tagliar l’erba, bonificare l’area, installare, attrezzare, programmare l’acquisto degli alimenti, reclutare i volontari e reperire i mezzi, allacciare corrente e gas, organizzare le squadre da dedicare ad ognuno dei mille servizi che compongono la Festa definita da molti la più bella della provincia di Varese. Come in ogni famiglia non mancano problemi, preoccupazioni, tensioni, ma alla fine niente è più importante della gratificazione di migliaia di persone venute a trovarci e delle realtà sociali del territorio che grazie a quanto abbiamo ricavato riceveranno nella tradizionale serata di auguri di dicembre sostanziosi contributi utili allo svolgimento delle rispettive attività”.

Tra quelli che sanno bene come la Festa della Montagna duri molto più dei giorni stampati su striscioni e volantini c’è Giovanni Parola, 71 anni compiuti, al Campo dei Fiori in largo anticipo per la preparazione della Festa, a testa bassa dalla mattina alla sera durante, impegnato nello smantellamento dal minuto successivo alla tradizionale foto di gruppo dei volontari.    

“Questa è la mia quindicesima Festa – racconta Parola – Aver rivisto tanta gente al campo dei Fiori è stato davvero bello, era un’immagine che mi mancava. Nella grande famiglia del Gruppo Alpini Varese ogni anno ci si arrabbia, si discute, si arriva al punto di mandar tutto a quel paese ma poi prevale la volontà di condividere l’impegno per realizzare qualcosa di bello e unico”.

Con lo stesso spirito a Varese come in…Burundi.

“Si anche se con le dovute differenze. In Africa ho toccato con mano una realtà totalmente differente fatta di vera difficoltà. Ecco, forse quello che ancora in troppi non riescono a capire è quanto siamo fortunati ad essere nati in questa parte del mondo. Mi riferisco a chi davanti ad una cosa bella e utile per tutti come la nostra Festa si impegna solo per cercare qualcosa di cui lamentarsi”.